Il Riciclo
C’era una volta una giacca di lana consumata che venne salvata da un cassonetto.
L’indumento finisce in un capannone, in una montagna di abiti usati. Se la giacca non potrà essere riusata verrà sfoderata, portata al carbonizzo, depurata da ogni impurità, lavata e infine ridotta in fibra. Poi andrà in filatura, in orditura, in tessitura per andare a comporre una pezza greggia. E poi di nuovo lavata, asciugata, garzata, cimata per farsi bella in rifinizione e pronta per confezionare una nuova giacca…. il meraviglioso viaggio continua.Un’imprenditoria
diffusa, fatta di piccole aziende, permetteva di selezionare i capi da
destinare al riciclo e quelli al second hand.
Adesso ci sono anche altri operatori nel mondo che fanno questo tipo di lavoro, ma il distretto pratese è l’unico che ha l’esperienza e le tecnologie per riciclare lana, cachemire e ogni altro genere di tessuto riciclabile. Si tratta di una lavorazione particolare che permette a maglie e abiti usati di tornare a essere fibra, la lana meccanica, come viene chiamata sul territorio.
Una fibra pronta per essere immessa di nuovo nel ciclo di lavorazione, senza nemmeno il processo di tintura.
Per decenni a Prato sono arrivati gli abiti usati da tutto il mondo
Questo è l’altro aspetto rivoluzionario della lana meccanica:
i materiali vengono selezionati per colore, con estrema precisione, prima di essere immessi nel processo
industriale e diventare fibra.
Questo permette di avere alla fine fibra colorata,
risparmiando all’ambiente l’impatto della tintura e usando acqua riciclata del depuratore industriale presente sul territorio pratese. Anche gli scarti tessili da lavorazione industriale, fine pezza e ritagli vengono riciclati a mezzo sfilacciature a secco per poi essere destinati in settori come imbottiture, isolanti termici ed acustici e molto altro con un costante studio su future applicazioni.
Il distretto pratese lavora
annualmente oltre 100 milioni
di Kg di cicli
pre e post consumo, selezionati e lavorati da operatori del territorio.
Numeri importanti, che fanno meritare senza dubbio a Prato il titolo di capitale del riciclo e dell’economia circolare.
E che non possiede materie prime tessili, e vista la disponibilità sempre più scarsa di risorse…
e l’aumento della popolazione e di coloro che possono e potranno acquistare beni, riteniamo che il Distretto Tessile di Prato, con le sue oltre 100.000 tonnellate riciclate annualmente, debba essere tenuto in seria considerazione.
sia per il pre consumo che per il post consumo; si tratta di una lavorazione totalmente sicura.
Tutte le merci sono sottoposte a sanificazione, sia in entra che in uscita, mediante sistemi e prodotti autorizzati dagli enti preposti e in osservanza alle vigenti leggi.
e i risultati ottenuti dai controlli effettuati sia dagli organi di controllo istituzionali,
che da controlli effettuati privatamente sul materiale proveniente dal post consumo, ci confermano la totale sicurezza del materiale in oggetto.