
IL FUTURO DEL DISTRETTO PRATESE: La battaglia nell’Ue e il mercato
Gennaio 24, 2024
Corertex, a Prato nasce il Consorzio per il riuso e il riciclo del tessile
Aprile 12, 2024Tra innovazione e sostenibilità: la via pratese verso una rivoluzione verde
Raffaello De Salvo, presidente di Corertex, il consorzio pratese leader nel riuso e riciclo tessile, solleva una questione cruciale che riguarda il futuro dell’economia circolare nel settore tessile: la necessità di un maggiore coinvolgimento e ascolto da parte del Ministero e delle istituzioni europee.
Con l’evolversi delle normative su end of waste (EoW) ed Extended Producer Responsibility (EPR), Corertex auspica che le proprie osservazioni e quelle degli altri attori della filiera tessile siano prese in considerazione. “Il tessuto normativo attuale,” sostiene De Salvo, “sembra procedere senza un reale coinvolgimento di chi, come noi, lavora ogni giorno per realizzare un’economia circolare efficace.”
L’attesa per una normativa europea che chiarisca le direzioni su EPR ed end of waste è palpabile. Corertex, insieme ad Astri, sta lavorando attivamente per fornire feedback costruttivi, auspicando che tali contributi possano influenzare positivamente le future direttive.
Il dialogo con il Centro comune di ricerca della Commissione Europea (JRC) rappresenta un passo avanti. Attraverso un questionario dettagliato, Corertex ed Astri hanno potuto esprimere le proprie visioni, specialmente in merito alle sfide del riuso e del riciclo dei tessili.

“Quando si parla di fine vita dei tessili,” continua De Salvo, “la complessità è elevata. Non solo tecnicamente, ma anche per gli interessi divergenti tra produttori, manifatture e grandi multinazionali. Trovare un accordo che soddisfi tutte le parti è la vera sfida.”
La posizione espressa da Corertex, in linea con quella di Confindustria Toscana Nord e altre associazioni, sottolinea l’importanza di una normativa che consideri i rifiuti tessili come materia prima secondaria non appena entrano nell’impianto di trattamento. Questa visione contrasta con l’approccio attuale, che tende a posticipare la cessazione della qualifica di rifiuto a dopo il processo di riciclo.
Infine, l’EPR rappresenta un altro fronte caldo, soprattutto per quanto riguarda i produttori non europei. “È fondamentale,” conclude De Salvo, “definire chiaramente chi è considerato produttore ai fini dell’EPR e come garantire che tutti contribuiscano equamente all’eco contributo. Il futuro dell’economia circolare nel tessile dipende da queste scelte.”
Crediti: Daniele Di Stefano, giornalista ambientale con un passato nell’associazionismo e nella ricerca non profit, collabora con diverse testate.
