Uniti al ministero per chiedere di salvaguardare il sistema Prato. Il distretto non vuole rischiare di restare schiacciato dalla nuova normativa sulla responsabilità estesa del produttore nel settore tessile. E così, dopo avere analizzato una prima bozza di decreto, le categorie economiche si sono mosse in blocco per cercare di portare all’attenzione degli uffici romani tutti i profili di criticità presenti nel testo. Da qui l’incontro dei giorni scorsi, promosso dalla deputata di Forza Italia, Erica Mazzetti, che ha visto l’audizione al Mase, il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, del Consorzio Corertex (presenti De Salvo e Marseo), Astri (Guerri), Confindustria Toscana Nord (Brighetti), Confartigianato Imprese Prato (Vignolini) e Cna Toscana Centro (Grassi). Ad accoglierli il direttore generale, sezione economia circolare, Silvia Grandi.
Il primo punto da tutelare è quello relativo al settore del riuso e del riciclo dei capi tessili. Prato ha già una filiera che riusa fino al 65% degli indumenti usati e ricicla fino al 32%, con scarti quindi solo del 34%. Da scongiurare è l’ipotesi che si scelga a livello governativo di aumentare la percentuale di indumenti da termovalorizzare. Poi c’è il tema del contributo ambientale. Da una prima lettura della bozza di decreto sembrerebbe finire tutto a vantaggio dei produttori, Prato invece chiede di spalmarlo sull’intera filiera. Questo significherebbe assicurare investimenti in innovazione e sostenibilità. Mazzetti, proprio per dare ulteriore visibilità al distretto, sta organizzando una visita a Prato del ministro Pichetto Fratin e dei tecnici di dipartimento, e inoltre porterà in audizione in commissione parlamentare Ambiente le varie categorie economiche pratesi. Dai tecnici ministeriali è arrivata grande disponibilità verso il distretto. “Vogliamo contribuire col decreto a migliorare la filiera, senza stravolgimenti” hanno spiegato.